lunedì 27 aprile 2009

Il riposo


Tralasciato e lasciato in sordina, in vari siti che trattan di allenamento e quant'altro è il riposo. Ma cosa è il riposo? quanto tempo bisogna che passi tra un allenamento e l'altro? Il riposo è tutto il tempo che non mi alleno?
Queste sono le domande che molti fanno ai loto istruttori, e molti trascurano il riposo per paura di perder le proprie prestazioni, ma ironia della sorte è appunto senza il riposo che l'atleta perde pian piano la propria forma, e rischia il tanto temuto "sovrallenamento".

Il riposo è fondamentale, una volta che le fibre muscolari, a causa di uno sforzo preciso si "consumano", bisogna far si che queste abbiano il tempo di ricostruirsi prima di affrontar una nuova seduta. Come saprete la fibra muscolare dopo uno sforzo prolungato (dopo vari allenamenti) si ricostruisce ancora più forte di prima, di modo da adattarsi al lavoro.
Ma se fra un allenamento e l'altro intercorre troppo poco tempo i muscoli non avranno il tempo di ricostruirsi, e pian piano essi perderano forma, massa e tonicità, per non parlare della forza!
Al contrario se si lascia troppo tempo tra una seduta e l'altra i miglioramenti saranno molto ridotti, poichè il corpo perde la propria forma molto facilmente se si rimane troppo tempo a oziare!

Non voglio addentrarmi nello specifico del riposo poichè ritengo che ogni disciplina abbia dei tempi ben precisi, e ogniuno dovrebbe parlarne col proprio allenatore, istruttore oppure studiare studiare studiare!! Posso solo dirvi che il riposo è favorito da un sonno adeguato, da un alimentazione corretta e da un ritmo di vita normale (lo stress è il maggior nemico).

In conclusione possiamo dire che il riposo è parte integrante del nostro allenamento pochè è proprio in questo periodo di tempo che il corpo assimila i frutti del nostro sudore.

consiglio di legger questo articolo per aprofondire un pò:

www.albanesi.it/Arearossa/Articoli/190sonno.htm

sabato 25 aprile 2009

Libri e letteratura "marziale"



Di seguito vengon citati alcuni libri che consiglio di aquistare se anche voi appoggiate il tema del blog:

Samurai. Ascesa e declino di una grande casta di guerrieri(Libri)

Autore: Arena Leonardo V.
Editore: Mondadori
Genere: storia d'asia
Data pubbl.: 2003


- La via del samurai

Autore: Mishima Yukio
Editore: Bompiani
Genere: letterature straniere: testi
Data pubbl.: 2000

Il libro segreto dei samurai
Young Samurai. La via del guerriero

Young Samurai. La via del guerriero(Libri)

Autore: Bradford Chris
Editore: Mondadori
Genere: letteratura per ragazzi
Data pubbl.: 3 Mar 09

I segreti del Wingtsun Re-evolution
di Gutierrez Victor

Autore: Gutierrez Victor
Editore: Jute Sport
Genere: arti ricreative. spettacolo. sport

La perfezione del corpo. L'arte di esprimere al meglio il fisico e la mente

Autore: Lee Bruce
Editore: Mondadori
Genere: arti ricreative. spettacolo. sport
Data pubbl.: Oct 2007
Argomento: arti marziali

La preparazione fisica per gli sport di combattimento

Autore: Carrio Christophe
Editore: Calzetti Mariucci
Genere: arti ricreative. spettacolo. sport

La pace e il benessere. Idee sull'economia, la società, la morale. Testo greco a fronte

Autore: Giamblico
Editore: BUR Biblioteca Univ. Rizzoli
Genere: letteratura greca e latina: testi
Data pubbl.: 2003
Data pubbl.: 2008

Da non dimenticare tutta la serie del Kung fu Shaolin del Maestro Huang Carlos Aguilar.


Questi sono solo un paio della miriade di libri che affrontano il tema, potete trovarne una vasta scelta su www.unilibro.it

Allenamento sulla velocità


Rapidità e velocità sono concetti che si possono definire "fratelli", ma hanno basi differenti; quando si parla di rapidità rapidità si fa riferimento alla capacità di reagire ad uno stimolo nel minor tempo possibile e/o di eseguire con la massima velocità movimenti di singoli segmenti corporei contro scarsa resistenza.

Velocità invece è un termine che interessa l'intera struttura corporea e far riferimento adesempio ad un percorso (spazio), superato nel minor tempo possibbile (tempo)

La rapidità può esser migliorata in funzione del sistema nervoso ed è legata solo in parte a fattori energetici. Ed è per questo che allenarla è veramente difficile, ed i risultati ottenuti sono di minima entità (all'incirca si può arrivare ad un miglioramento del 18- 20 %). Questo non vuol certo dire che l'allenamento della rapidità và trascurato, poichè essa è parte fondamentale nella vita di un lottatore

Gli allenamenti rivolti al miglioramento della rapidità variano per ogni disciplina dato che un ruolo fondamentale è ricoperto dall'esperienza motoria e dalle capacità tecniche dell'atleta. Il risultato di questo bagaglio di esperienze motorie è la cosiddetta capacità di anticipazione che consente all'atleta di intuire, per esempio, la traiettoria e la velocità dei un calcio o pugno in anticipo, un pò come prevedere la mossa dell'avversario!

La capacità di sprint è invece caratteristica comune a numerosi sport ed il suo allenamento ha una notevole influenza sulla performance.

Prendiamo a titolo esemplificativo una gara di sprint sui 100 metri: la prestazione dell’atleta si compone di tre fasi distinte: nella prima la velocità aumenta (fase di accelerazione 0-30 m circa) fino a raggiungere il suo valore massimo che verrà mantenuto soltanto per pochi secondi (fase di massima velocità 30-70m). Nel tratto finale si assiste invece ad una inesorabile diminuzione della velocità (fase di velocità decrescente 70-100m).
In allenamento la capacità di sprint viene allenata attraverso ripetute di 30-40 metri con partenza da fermo o da corsa lenta. In questo modo si stimola contemporaneamente anche il miglioramento della capacità di accelerazione. Questa prima fase dello sprint è quella maggiormente sensibile alla forza mentre dopo i venti metri la componente nervosa prende il sopravvento. Nella maggioranza degli sport la fase di accelerazione è particolarmente importante (calcio, rugby, basket ecc.).
Durante le ripetute sui trenta metri l’atleta dovrà impegnarsi al massimo, senza riserve. A seconda del grado di preparazione atletica andranno scelti schemi di allenamento diversi. Mentre la lunghezza delle ripetute (30-40 m) non deve subire variazioni significative, il numero di ripetizioni ed eventualmente di serie sarà influenzato dal livello prestativo, dall’anzianità di allenamento e dalle caratteristiche dell’atleta.
Per uno sportivo di medio alto livello l’allenamento della rapidità di sprint può essere così impostato: 2 serie da 6 ripetizioni sui 30 metri con recupero di due minuti tra le ripetizioni e quattro tra le serie.
Ovviamente le prove di velocità devono essere precedute da un adeguato riscaldamento (almeno 15-20 minuti) non solo per prevenire infortuni ma anche per garantire la massima prestazione in allenamento (la temperatura interna dell’organismo dev’essere superiore alla condizione di riposo per garantire la massima efficienza metabolica).
Nel calcio e negli altri giochi sportivi in cui è molto portante curare la fase di accelerazione si possono utilizzare varie tecniche di allenamento più o meno correlate al gesto atletico. Per esempio l’allenamento speciale dello sprint può essere eseguito palleggiando con la palla (basket) o portandola avanti con i piedi (calcio).
La capacità di accelerazione si allena generalmente coprendo distanze comprese tra i 10 ed i venti metri (l’aumento di velocità tra i venti ed i trenta metri è infatti molto basso). Per rendere l’allenamento più divertente si possono effettuare gare di sprint con un compagno iniziando la ripetuta con un paio di metri di svantaggio e cercando di raggiungerlo nei pochi metri a disposizione. Per rendere l'allenamento della velocità più idoneo al gesto atletico si possono anche inserire percorsi a zig zag, dribbling tra birilli, salti di ostacoli, cambi improvvisi di direzione o accelerazioni e decelerazioni di durata variabile alternate da brevi tratti di corsa lenta.

Allenamento della velocità


La rapidità pura è il parametro più importante nello sviluppo della velocità. Tuttavia occorre prestare attenzione anche all’allenamento della forza soprattutto per migliorare nella fase di accellerazione.

All'inizio di uno sprint è importante avere una buona forza esplosiva (forza max) che viene utilizzata nell’appoggio e nello scarico a terra della potenza muscolare (gioca un ruolo determinante nei primi metri in cui vi è un maggiore tempo di contatto del piede).

E' veramente importante avere un equilibrio nell'allenamento della velocità e quello della forza, poichè uno tende ad'annullare l'altro.

Il metodo a contrasto è stato ideato per risolvere tale problema. Esistono due diverse tipologie di lavoro: contro tra le serie in cui si alternano serie con carichi pesanti a serie con carichi più leggeri e contro nella serie in cui si alternano carichi pesanti a carichi leggeri nella stessa serie. Queste tipologie di esercizio servono per stimolare maggiormente il sistema neuro muscolare: il carico maggiore comporta un’esecuzione più lenta dell’esercizio mentre il carico minore stimola la velocità di esecuzione, in questo modo si possono conciliare l’allenamento della forza e quello della velocità.

Salto con la Corda Training


Uno dei migliori esercizi per il condizionamento degli arti inferiori (e uno dei più economici), per aumentare la propia coordinazione, equilibrio e resistenza è dicerto il salto con la corda. Molti ancora diffidano di questa pratica, quando invece è uno degli esercizi più completi che possano esistere. Inoltre è una vera e propria sfida, poichè anche se sebra apparentemente facile, il salto con la corda richiede pazienza, dedizione e volontà, e soprattutto un certo tempo per apprenderla. La migliore a mio parere è la corda in cuoio, con i pesi inseribili nelle maniglie.
Essa viene usata dai boxer di tutto il mondo e anche dai praticanti di Muay thai ed MMA. I risultati sono eclatanti; oltre ad esse un ottimo esercizio aerobico, questa pratica rende i polpacci esplosivi, in più, in sostituzione della corsa (dieci minuti di salto con la croda, ad un ritmo intenso, equivalgono a mezzora di corsa ad un ritmo medio) essa è uno dei migliori mettodi per perder massa grassa, che ti sia uno sportivo che debba competer in una categoria di peso, o semplicemente una persona che voglia migliorare il proprio "conditioning" generale.
Per iniziare 3 serie da 3 minuti al giorno 30 secondi di pausa sono più che sufficenti nell'integrazione al proprio allenamento, col tempo si può arrivare anche a mezzora di fila.



Bisogna ricordare di utilizzare sempre scarpe adatte (quelle da jogging vanno benissimo), di non saltare mai a piedi nudi, poichè può causare danni alle caviglie ed infine di tener schiena e collo sepre in verticale, senza guardare il basso ed infine tenere i gomiti il più possibili fermi, ruotando solo i polsi.

venerdì 24 aprile 2009

Quello in cui crediamo


La gente spesso non comprende “il perché” di quello che facciamo, criticando e insultando i nostri obiettivi e le nostre ambizioni, non conoscendone nemmeno i fondamenti, e i sacrifici che ogni giorno facciamo per rincorrere un nostro sogno.
È questa la sottile (si fa per dire) differenza che divide noi da loro. La gente comune al giorno d’oggi è devastata dalle immagini (tv, radio, pc) e dal messaggio d’ozio che queste ogni giorno inculcano nelle deboli e plasmabili menti della gente, facendo dimenticare la nostra natura. Per questo noi, che lottiamo ogni giorno per quello in cui crediamo, veniamo non capiti, molte volte fraintesi, e per questo isolati dalla massa.
Ma non bisogna farsi influenzare da quello che la gente pensa, e soprattutto dal parere che le persone hanno su di te e su quello che porti avanti. La strada che abbiamo scelto và percorsa da soli, nessuno può esser al nostro fianco, perché è una sfida che si svolge dentro di noi, qualcuno magari potrà indicarci una strada, ma siamo noi che dobbiamo percorrerla. Una volta lessi in un libro, di cui non ricordo l’autore scriver: “Io sono solo il dito che indica la luna. Tu quando ti volti verso quello che stò indicando non fisserai di certo il dito. Non avrebbe senso. Ma invece osserverai e ammirerai lo spettacolo che è la luna”.

Noi abbiamo un proprio percorso da seguire, non dobbiamo emulare ne accettar le limitazioni di nessuno, che questo sia un maestro, un insegnante, un capo ecc. Nei nostri sogni e passioni nessuno ci può fermare, per arrivare all’espressione del nostro io più profondo non dobbiamo far altro che liberarlo. Liberarlo da cosa? Dal pregiudizio, dall’ego e la prepotenza con cui noi tutti nasciamo, credendoci superiori di fronte alla natura. Entrare in contatto col mondo che ci circonda, dimenticando tutte le false certezze, e le illuse convinzioni che da secoli ci siamo fatti non è facile, ma nemmeno impossibile..

Condizionamento muscolare


Il condizionamento muscolare è la capacità di allenare i propri muscoli ad un grado di contrazione diversa da quella normale, ottenendo una migliore risposta neuromuscolare (tono), una migliore resistenza (endurance) ed un miglior stato nutrizionale (trofismo).

L'energia fornita per effettuare la contrazione muscolare può essere utilizzata contemporaneamente e a varie misure; i sistemi di apporto energetico sono di tre tipi: Aerobico, Anaerobico lattacido ed Anaerobico alattacido (vedi benefici della ginnastica).

Si può quindi affermare che la scelta energetica a cui viene sottoposto il muscolo dipende dall'entità del suo impegno muscolare. Questa sarà determinata dall'intensità e dal tempo di lavoro a cui si sottoporrà il muscolo (correre per lungo tempo, fare uno scatto di 100 Mt. oppure dare un calcio ad un pallone).

Dell'attività aerobica si è già parlato nel capitolo riferito alla ginnastica aerobica ed in breve non è altro che il lavoro muscolare in equilibrio tra consumo e reintegro delle sostanze energetiche. E' tipico di attività di lunga durata (maratona, ciclismo, sci di fondo etc.) ed è effettuato in presenza di ossigeno per la sintesi dei glicidi e degli acidi grassi.

Il sistema Anaerobico alattacido è molto intenso e può essere svolto per un brevissimo tempo (circa 8-10 secondi); viene utilizzato per sforzi massimali (sollevamento pesi) ed è legata al numero di accumulatori energetici già presenti all'interno della cellula muscolare (la creatinfosfato). Quest'energia di pronto utilizzo non ha bisogno di ossigeno e non produce acido lattico, quindi una volta esaurita, per continuare il lavoro, deve per forza richiedere l'aiuto di altri sistemi energetici quali l'Anaerobico lattacido.

L'Anaerobico lattacido è il sistema energetico di, medio-alta intensità che viene ad essere interessato nella maggior parte delle nostre azioni quotidiane; infatti la durata della sua azione si concentra in 45 secondi 1 minuto circa.
L'utilizzo di questo sistema energetico è evidenziato dalla produzione dell'acido lattico prodotto dalla scissione dei glicidi (glicolisi anaerobica) come elemento di scarto dell'energia prodotta in assenza di ossigeno.
Ne deriva quel senso di fatica e rallentamento della contrazione muscolare che in alcuni casi, quando la produzione è così alta, non viene smaltito dal fegato oppure convertito in acido piruvico e blocca letteralmente la contrazione muscolare provocando il cosiddetto crampo.

I principi dell'allenamento di condizionamento muscolare

L'allenamento di condizionamento muscolare si può dividere in due grandi famiglie:

* a carico naturale quando si utilizza un segmento corporeo (sollevare un braccio) o il proprio corpo (saltare, correre).
* con sovraccarico , quando viene utilizzato un corpo esterno (peso). Un esempio di sovraccarico naturale: dalla posizione di decubito laterale, sollevando un arto inferiore (abduzione) il carico è rappresentato dal peso dell'arto stesso; mentre, in una fase successiva, il lavoro viene definito con sovraccarico applicando una cavigliera.

Prima di iniziare il condizionamento muscolare, è necessario applicare alcuni principi fisiologici che il preparatore deve tenere ben presente affinché si verifichino gli adattamenti neurofisiologici che stiamo ricercando. Essi sono:

* la specificità;
* l'equilibrio muscolare;
* il principio del sovraccarico.

Specificità
Per specificità del movimento s'intende l'individuare un gruppo muscolare su cui lavorare e quindi isolarlo dall'insieme degli altri muscoli. Ciò significa ricercare quei movimenti il cui raggio d'azione possa applicare il carico solo su un gruppo muscolare specifico (ad esempio, per agire in modo specifico sulla porzione mediale del muscolo deltoide é sufficiente abdurre l'arto superiore in atteggiamento breve o semibreve sul piano frontale sino a 90°).
Durante l'esercizio si dovrà quindi fissare il punto di presa dell'articolazione ed isolare il muscolo scelto, mobilizzandolo in modo specifico.

Però, i combattenti dovrebbero concentrarsi su esercizi con pesi o a corpo libero, che influenzino il maggior nummero di regioni muscolari possibili, poichè in un combattimento, noi non adoperiamo un solo muscolo, ma TUTTO IL CORPO CONTEMPORANEAMENTE!

L'equilibrio muscolare

Il principio dell'equilibrio muscolare si basa sul bilanciare lo sforzo tra i muscoli agonisti ed antagonisti.
Il lavoro prodotto deve essere armonico e razionale tale da non avere una predominanza di tono muscolare di un gruppo rispetto all'altro. Tale lavoro permette di fissare le articolazioni in posizione corretta, rinforzando indirettamente la postura.
Variando il punto di applicazione del carico sui gruppi muscolari flessori ed estensori, secondo la "Legge dell'alternanza", si permette un momentaneo riposo attivo che rende più efficiente la risposta alla successiva sollecitazione.

Il principio del sovraccarico
La definizione del principio del sovraccarico, dice che: - "occorre aggiungere una resistenza affinché l'azione motoria (uno stimolo) superi la soglia di stimolo, in modo che possano instaurarsi i processi di adattamento degli organi implicati" (D. Harre, - Teoria dell'allenamento, S.S.S. - Roma).
Come abbiamo prima descritto, il sovraccarico può essere naturale, con il proprio corpo, o con l'aiuto di un peso. In entrambi i casi si esercita una resistenza contro il muscolo che viene indotto a reagire. Quando si applicano dei sovraccarichi, bisogna tener presente alcuni principi fondamentali per evitare l'insorgenza di traumi, soprattutto a tendini e legamenti, che innescano facilmente processi infiammatori.
Mentre le cellule muscolari si adattano velocemente a minori o maggiori segnali di tensione provenienti dal sistema nervoso, i tendini e i legamenti, per sopportare adeguatamente e stabilmente un carico, debbono far leva solo sulla struttura dei loro tessuti, e non sui meccanismi nervosi e quindi è necessario attendere che avvengano le necessarie modificazioni biologiche per sopportare nuovi e più elevate tensioni. Ne consegue che bisogna sostare su un determinato carico, un certo numero di giorni (almeno 10-15) prima di aumentarlo, anche se la muscolatura sarebbe in grado di farlo, al fine di dar tempo anche a tendini e legamenti di adattarvisi.
Insomma, il carico deve crescere non linearmente, ma "a scalino". Uno schema possibile potrebbe essere questo, per ogni esercizio: iniziare con un peso che permetta l'esecuzione di otto ripetizioni; sempre con lo stesso peso, dopo alcuni giorni, passare a 10 ripetizioni, quindi a 12. Solo a questo punto, ossia dopo circa 2-3 settimane, secondo il soggetto, il peso viene aumentato, tornando però ad eseguire otto ripetizioni per serie.
Nel periodo in cui il peso è rimasto costante, i tendini hanno potuto sviluppare un normale adattamento. Spesso invece, erroneamente, si tende ad affrettare i tempi aumentando il carico per accrescere rapidamente la capacità di forza e la massa muscolare, ma le conseguenze sui legamenti non tarderanno a farsi sentire.

giovedì 23 aprile 2009

Potenza Muscolare



Uno dei più accaniti e fanatici di questo argomento non era altro che Bruce Lee il quale sosteneva che un vero combattente non era considerato tale dalla grandezza dei suoi muscoli, ma da quanto questi era capace a sfruttarli!

E per migliorare la propria potenza muscolare, non è sufficente allenare unicamente i muscoli interessati, ma ANCHE IL SISTEMA NERVOSO, di modo che questo consenta il movimento ad un maggior numero di fibre, con il minimo sforzo e il massimo risultato.

").

Quando deve affrontare una situazione che non gli è famigliare l'atleta tende a mobilitare eccessivamente le forze muscolari, a compiere uno sforzo superiore al necessario. E' mancanza di <> da parte del sistema riflesso neuromuscolare, deputato alla coordinazione.

E' potente non l'atleta forte, ma quello che sa usare la forza con rapidità. Poiché la potenza è il prodotto della forza per la velocità, accresce la propria potenza l'atleta che impara ad eseguire i movimenti rapidamente, anche se la capacità contrattile dei suoi muscoli rimane immutata. Perciò un l'atleta di bassa statura capace di assestare calci e pugni con rapidità può colpire la con la stessa efficienza di un atleta più alto e nerboruto che si muove più lentamente.

Per raggiungere una buona forma l'atleta che si fa muscoli allenandosi coi pesi deve migliorare contemporaneamente la velocità e la flessibilità. Velocità, flessibilità e resistenza nel tempo unite alla forza possono assicurare ottimi risultati nella maggior parte delle discipline. L'atleta privo di queste qualità, che si affida unicamente alla propria forza, è simile al toro che insegue il matador senza successo nonostante la sua poderosa forza, assomiglia a un autocarro che da la caccia ad un coniglio."

Tratto dal libro"Il Jeet Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee"

Solo la forza muscolare non basta, per essere dei veri esperti di arti marziali è importante la velocità. La potenza derivante da ogni tecnica si accumula con la velocità e controllandola si può raggiungere la massima forza d'impatto, il Kime, colpo esplosivo, applicando una tecnica con la massima potenza il più velocemente possibile.

Scientificamente è stato provato che un ottimo karateka può colpire di pugno con una velocità di 13 metri al secondo, sviluppando una potenza d'urto di 700 Kg.

Con un adeguato allenamento di attacchi improvvisi ed inaspettatti, si può incrementare la potenza e la velocità, conoscendo bene l'applicazione e la dinamica dei vari movimenti, si migliorerà e si giungerà ad abbreviare il tempo di reazione.

ALLENAMENTO DELLA POTENZA


L'allenamento al SACCO

Esistono vari tipi di sacco, pesanti e leggeri ed esistono vari metodi d'allenamento al sacco che variano a secondo dello scopo del programma prefissato.
Esempi;
A) sviluppo della potenza.
B) sviluppo della velocità.
C) sviluppo dei vari tipi di resistenza.
D) condizionamento osseo e muscolare.
E) altro.
Qualsiasi allenamento al sacco va fatto con determinati principi tecnici ed impegno.
Il neo atleta o l'inesperto non dovrà mai allenarsi da solo al sacco, per evitare traumi accidentali causati dalla negligenza e inesperienza.

Il sacco Lungo



Un'eccezione è invece rappresentata dall'utilizzo di un sacco allungato (definito da alcuni "Banana Bag") solitamente del peso di 50 kg. che trova attualmente un uso esteso anche nella Muay Thai per la possibilità che fornisce di combinare colpi portati in linea alta (alla testa), in linea mediana (al tronco) ed in linea bassa (alle gambe), permettendo all'atleta di sviluppare la potenza dei colpi ed al contempo di condizionare tibie e ginocchia, preparandole ai duri impatti che dovranno subire nel corso di combattimenti.
Attraverso l'utilizzo di questi attrezzi specifici, si può arrivare ad apprendere come far intervenire l'intera massa corporea in ogni colpo scagliato, si sviluppa esplosività, resistenza muscolare e cardiovascolare elevatissima, si condizionano in maniera eccelsa le armi naturali quali tibie, gomiti, ginocchia, avambracci e pugni.

Il sacco pesante



Allenamento dei pugni al sacco Nessun combattente che si voglia definirsi tale può prescindere dall'allenamento dei pugni al sacco pesante.
La potenza dei colpi di braccia necessaria a produrre dei rapidi fuori combattimento sul ring o sulla strada si acquisisce in massima parte grazie ad un regolare ed intenso allenamento al sacco pesante da pugilato, intendendo con questo termine un attrezzo corto e del peso variabile tra i 30 e i 40 kg.
Le routines di lavoro che possono essere utilizzate sono moltissime ma, in linea generale, si distinguono gli allenamenti a seconda della finalità che l'atleta vuole perseguire: self defence, combattimento sportivo, fitness.
In tal senso varierà l'intensità del lavoro, la durata degli intervalli, l'uso di varie parti della mano e del braccio per colpire, le protezioni utilizzate per l'allenamento (bende, guantini ecc.).
Ma se si vorrà apprendere la più perfetta tecnica di tirare pugni, l'atleta dovrà praticare l'insegnamento tecnico del pugilato puro del metodo STEVE KLAUS e non versioni annacquate di tecniche di pugno presenti in altri stili di lotta o sport da combattimento da ring.


Il sacco è un ottimo attrezzo per sviluppare potenza, ma non bisogna comunque esagerare con il suo utilizzo, poichè l'eccesivo allenamento al sacco porta inevitabilmente ad un calo della velocità.

Il Makiwara




Il Makiwara è un attrezzo comunemente impiegato sin dall'antichità nell'istruzione delle arti marziali, anche per l'addestramento delle forze armate dell'Estremo Oriente.

Sostanzialmente, è composto da una solida tavola di faggio laminato o da un sostegno verticale posto all'altezza del torace e saldamente infisso nel terreno. La sommità del sostegno è di solito avvolta con corde. Durante l'addestramento, rappresenta la superficie da colpire con pugni e calci per allenare gli arti al combattimento e sviluppare anche potenza e velocità nelle tecniche di attacco.

Il valore fondamentale del makiwara risiede nel fatto che esso insegna all'allievo ad attaccare con forza e nello stesso tempo a ritrarre rapidamente il pugno o la gamba, prima che la spinta si ritorno del sostegno possa danneggiarlo in qualche modo.

È un addestramento utile, in quanto insegna a non allungare troppo in fuori un arto, che altrimenti potrebbe essere afferrato o colpito dal suo avversario.

L'arte

Sudore, sofferenza, sacrificio. Queste sono "le tre S" fondamentali per conseguire i risultati che tutti noi sognamo nella vita di ogni giorno, che tu sia un combattente o meno.
Che tu pratichi un Arte Maziale o meno, quando sei disposto a qualunque rinuncia, a qualunque prezzo per portare avanti quello in cui credi, sarai considerato un guerriero.
Nel 2009 sono poche le persone che posson considerarsi tali, l'ozio e il vizio sono nascosti ovunque, ma se uno veramente apre gli occhi, può conoscer un mondo migliore di quello che ora vediamo, ma questa è una cosa che và fatta per conto proprio, senza che nessun fattore esterno influenzi i nostri sogni.
Un caldo benvenuto a tutti i visitatori del blog. Questo spazio è nato non per esser il solito sito dove si trovan nozioni di arti marziali e di allenamento fisico, punta invece verso la passione e la forza di volontà impigata per affrontarli oltre alla pratica.
Vi raccomando di lasciar consigli e commenti, la critica costruttiva è sempre ben gradita!