giovedì 23 aprile 2009

Potenza Muscolare



Uno dei più accaniti e fanatici di questo argomento non era altro che Bruce Lee il quale sosteneva che un vero combattente non era considerato tale dalla grandezza dei suoi muscoli, ma da quanto questi era capace a sfruttarli!

E per migliorare la propria potenza muscolare, non è sufficente allenare unicamente i muscoli interessati, ma ANCHE IL SISTEMA NERVOSO, di modo che questo consenta il movimento ad un maggior numero di fibre, con il minimo sforzo e il massimo risultato.

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Quando deve affrontare una situazione che non gli è famigliare l'atleta tende a mobilitare eccessivamente le forze muscolari, a compiere uno sforzo superiore al necessario. E' mancanza di <> da parte del sistema riflesso neuromuscolare, deputato alla coordinazione.

E' potente non l'atleta forte, ma quello che sa usare la forza con rapidità. Poiché la potenza è il prodotto della forza per la velocità, accresce la propria potenza l'atleta che impara ad eseguire i movimenti rapidamente, anche se la capacità contrattile dei suoi muscoli rimane immutata. Perciò un l'atleta di bassa statura capace di assestare calci e pugni con rapidità può colpire la con la stessa efficienza di un atleta più alto e nerboruto che si muove più lentamente.

Per raggiungere una buona forma l'atleta che si fa muscoli allenandosi coi pesi deve migliorare contemporaneamente la velocità e la flessibilità. Velocità, flessibilità e resistenza nel tempo unite alla forza possono assicurare ottimi risultati nella maggior parte delle discipline. L'atleta privo di queste qualità, che si affida unicamente alla propria forza, è simile al toro che insegue il matador senza successo nonostante la sua poderosa forza, assomiglia a un autocarro che da la caccia ad un coniglio."

Tratto dal libro"Il Jeet Kune Do. Il libro segreto di Bruce Lee"

Solo la forza muscolare non basta, per essere dei veri esperti di arti marziali è importante la velocità. La potenza derivante da ogni tecnica si accumula con la velocità e controllandola si può raggiungere la massima forza d'impatto, il Kime, colpo esplosivo, applicando una tecnica con la massima potenza il più velocemente possibile.

Scientificamente è stato provato che un ottimo karateka può colpire di pugno con una velocità di 13 metri al secondo, sviluppando una potenza d'urto di 700 Kg.

Con un adeguato allenamento di attacchi improvvisi ed inaspettatti, si può incrementare la potenza e la velocità, conoscendo bene l'applicazione e la dinamica dei vari movimenti, si migliorerà e si giungerà ad abbreviare il tempo di reazione.

ALLENAMENTO DELLA POTENZA


L'allenamento al SACCO

Esistono vari tipi di sacco, pesanti e leggeri ed esistono vari metodi d'allenamento al sacco che variano a secondo dello scopo del programma prefissato.
Esempi;
A) sviluppo della potenza.
B) sviluppo della velocità.
C) sviluppo dei vari tipi di resistenza.
D) condizionamento osseo e muscolare.
E) altro.
Qualsiasi allenamento al sacco va fatto con determinati principi tecnici ed impegno.
Il neo atleta o l'inesperto non dovrà mai allenarsi da solo al sacco, per evitare traumi accidentali causati dalla negligenza e inesperienza.

Il sacco Lungo



Un'eccezione è invece rappresentata dall'utilizzo di un sacco allungato (definito da alcuni "Banana Bag") solitamente del peso di 50 kg. che trova attualmente un uso esteso anche nella Muay Thai per la possibilità che fornisce di combinare colpi portati in linea alta (alla testa), in linea mediana (al tronco) ed in linea bassa (alle gambe), permettendo all'atleta di sviluppare la potenza dei colpi ed al contempo di condizionare tibie e ginocchia, preparandole ai duri impatti che dovranno subire nel corso di combattimenti.
Attraverso l'utilizzo di questi attrezzi specifici, si può arrivare ad apprendere come far intervenire l'intera massa corporea in ogni colpo scagliato, si sviluppa esplosività, resistenza muscolare e cardiovascolare elevatissima, si condizionano in maniera eccelsa le armi naturali quali tibie, gomiti, ginocchia, avambracci e pugni.

Il sacco pesante



Allenamento dei pugni al sacco Nessun combattente che si voglia definirsi tale può prescindere dall'allenamento dei pugni al sacco pesante.
La potenza dei colpi di braccia necessaria a produrre dei rapidi fuori combattimento sul ring o sulla strada si acquisisce in massima parte grazie ad un regolare ed intenso allenamento al sacco pesante da pugilato, intendendo con questo termine un attrezzo corto e del peso variabile tra i 30 e i 40 kg.
Le routines di lavoro che possono essere utilizzate sono moltissime ma, in linea generale, si distinguono gli allenamenti a seconda della finalità che l'atleta vuole perseguire: self defence, combattimento sportivo, fitness.
In tal senso varierà l'intensità del lavoro, la durata degli intervalli, l'uso di varie parti della mano e del braccio per colpire, le protezioni utilizzate per l'allenamento (bende, guantini ecc.).
Ma se si vorrà apprendere la più perfetta tecnica di tirare pugni, l'atleta dovrà praticare l'insegnamento tecnico del pugilato puro del metodo STEVE KLAUS e non versioni annacquate di tecniche di pugno presenti in altri stili di lotta o sport da combattimento da ring.


Il sacco è un ottimo attrezzo per sviluppare potenza, ma non bisogna comunque esagerare con il suo utilizzo, poichè l'eccesivo allenamento al sacco porta inevitabilmente ad un calo della velocità.

Il Makiwara




Il Makiwara è un attrezzo comunemente impiegato sin dall'antichità nell'istruzione delle arti marziali, anche per l'addestramento delle forze armate dell'Estremo Oriente.

Sostanzialmente, è composto da una solida tavola di faggio laminato o da un sostegno verticale posto all'altezza del torace e saldamente infisso nel terreno. La sommità del sostegno è di solito avvolta con corde. Durante l'addestramento, rappresenta la superficie da colpire con pugni e calci per allenare gli arti al combattimento e sviluppare anche potenza e velocità nelle tecniche di attacco.

Il valore fondamentale del makiwara risiede nel fatto che esso insegna all'allievo ad attaccare con forza e nello stesso tempo a ritrarre rapidamente il pugno o la gamba, prima che la spinta si ritorno del sostegno possa danneggiarlo in qualche modo.

È un addestramento utile, in quanto insegna a non allungare troppo in fuori un arto, che altrimenti potrebbe essere afferrato o colpito dal suo avversario.

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L'arte

Sudore, sofferenza, sacrificio. Queste sono "le tre S" fondamentali per conseguire i risultati che tutti noi sognamo nella vita di ogni giorno, che tu sia un combattente o meno.
Che tu pratichi un Arte Maziale o meno, quando sei disposto a qualunque rinuncia, a qualunque prezzo per portare avanti quello in cui credi, sarai considerato un guerriero.
Nel 2009 sono poche le persone che posson considerarsi tali, l'ozio e il vizio sono nascosti ovunque, ma se uno veramente apre gli occhi, può conoscer un mondo migliore di quello che ora vediamo, ma questa è una cosa che và fatta per conto proprio, senza che nessun fattore esterno influenzi i nostri sogni.
Un caldo benvenuto a tutti i visitatori del blog. Questo spazio è nato non per esser il solito sito dove si trovan nozioni di arti marziali e di allenamento fisico, punta invece verso la passione e la forza di volontà impigata per affrontarli oltre alla pratica.
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